Il Progetto Monte Athos

Santo Monastero di Vatopedi – Monte Athos, Grecia

Scuola Viterbese di Fitoterapia

Università degli Studi della Tuscia – Viterbo

 Dr. Roberto Miccinilli

Nel mese di luglio del 2005 ho intrapreso un viaggio di studio al Monte Athos, in Grecia, in compagnia del dr. Kukis Panagiotis, farmacista greco residente da molti anni a Siracusa, che frequentava, all’epoca, il 3° anno del Corso di perfezionamento in Fitoterapia e piante medicinali dell’Università della Tuscia di Viterbo, di cui sono direttore da oltre un decennio. La presenza di Kukis si è rivelata indispensabile sia per il suo ruolo d’interprete sia per le conoscenze tra le autorità monastiche di Salonicco – sua città d’origine -, che hanno reso possibile e rapido il rilascio dei permessi d’ingresso ai monasteri, altrimenti pressoché inaccessibili.
Durante il soggiorno nel monastero di Vatopedi, il più popolato e importante del Monte Athos, abbiamo avuto modo di conoscere il monaco erborista padre Prodromos, che ci ha informati delle sue difficoltà nello svolgere un ruolo per il quale non era assolutamente pronto.

Infatti il vecchio monaco erborista che lo aveva preceduto era morto pochi anni prima senza avere la possibilità di tramandare le sue conoscenze sulle piante medicinali al suo successore.

Dopo tutto uno scambio di informazioni, si è creato una sorta di filo diretto tra Vatopedi e Siracusa-Viterbo per il trattamento a distanza dei monaci malati, e ci siamo preoccupati d’inviare anche molti presidi terapeutici di cui padre Prodromos aveva bisogno e che non riusciva a procurarsi sul posto.

Col passar dei mesi si è sentita sempre più forte l’esigenza di aiutare in modo concreto il padre erborista e in generale tutte le comunità monastiche della penisola (20 monasteri per un totale di circa 2.500 monaci) con qualcosa di più stabile e duraturo, che interventi minimi, saltuari e solo palliativi. E’ nato così un progetto di collaborazione col monastero di Vatopedi e con gli altri, che si è concretizzato in una seconda visita di una settimana alla fine di novembre, alla quale ha partecipato anche il prof. Angelo Rambelli del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Tuscia (DECOS), conclusasi con una richiesta formale da parte dell’abate di Vatopedi Ephraim di una collaborazione stabile tra il suo monastero, l’Università di Viterbo e la società scientifica Scuola viterbese di  fitoterapia, con l’intento di “riaccendere e rinnovare la tradizione delle piante medicinali nei monasteri del Monte Athos”. Tale progetto prevede una parte didattica con corsi semestrali di 2 settimane a cui parteciperanno i monaci di Vatopedi e degli altri monasteri interessati, per il riconoscimento, la raccolta, la trasformazione e l’uso terapeutico delle piante medicinali che crescono spontanee sulla penisola del Monte Athos. Prevede inoltre la creazione, l’organizzazione e la messa a punto di un’officina di trasformazione della suddette piante per l’estrazione dei loro principi attivi, al fine di renderne possibile l’utilizzazione terapeutica sui pazienti. Tutto ciò garantirebbe ai monaci, nel giro di qualche anno, autonomia dal punto di vista del fabbisogno dei preparati fitoterapici e della loro utilizzazione.

Un tale progetto può senz’altro contribuire a rinsaldare i legami culturali, storici e tradizionali presenti da millenni tra la Grecia e l’Italia. Rientra nel programma anche la pubblicazione di un erbario per classificare le piante officinali più importanti della zona, un volume ricco di fotografie in cui si racconteranno tutte le fasi di preparazione, realizzazione e attivazione dell’Officina per le piante medicinali del monastero di Vatopedi, realizzato grazie all’apporto scientifico e al sostegno economico delle istituzioni culturali e politiche della provincia di Viterbo.

Le prime lezioni ai monaci sono iniziate alla fine del mese di maggio 2006, momento ideale per la raccolta delle piante medicinali, tempo balsamico in cui le piante esprimono il meglio delle loro potenzialità terapeutiche. Successivamente si sono svolte altre missioni, sempre della durata di 2 settimane: nel settembre 2006, nel luglio 2007 e nel novembre 2007. Alla fine di maggio 2008 c’è stato invece un sopralluogo per verificare l’andamento dei lavori per la ristrutturazione di un ambiente del monastero adatto a ospitare l’Officina coi laboratori, i depositi e tutte le altre strutture necessario al progetto. I lavori del Progetto Monte Athos rientrano a pieno titolo nell’ambito di quelli previsti per il più ampio progetto Arco latino, che l’Amministrazione provinciale di Viterbo sta affrontando e sviluppando con grande impegno in questi ultimi anni con gli altri Paesi del Mediterraneo, Grecia compresa. Considerando che la penisola calcidica, quindi anche il Monte Athos, e tutta la regione di Salonicco costituiscono un ampio tratto della zona costiera della parte nord della penisola ellenica, è evidente il loro diretto coinvolgimento, sotto il profilo politico-amministrativo, nel progetto Arco latino.

A tutt’oggi il gruppo di lavoro italiano è composto da Roberto Miccinilli, medico e responsabile del progetto; Kukis Panagiotis, farmacista greco e interprete; Marco Sarandrea, erborista e fìtopreparatore; Sergio Galeotti, fotografo e memoria storica dei singoli momenti dell’intera operazione. Ma tutto questo sforzo sarebbe inutile senza di loro: i padri Vassili, Demetrios, Prodromos, Pandeleimon, Paolo, Silas, Gabriel, Aretas e Gennadios, che si stanno impegnando a fondo, rinunciando a molte ore del loro necessario riposo per seguire le nostre lezioni e studiare; e gli altri “quasi cento”, a cominciare dall’igumeno, che ci sostengono e ci accolgono ogni volta come membri della loro grande famiglia.

 

Fonte: Pangea – Saggezza ieri, scienza oggi – Rivista di arte, cultura e scienza del Mediterraneo; Anno XIII n° 23 – Marzo 2010: pp 35-37.

 

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